RI.CIRCO.LO.: bando per le PMI lombarde nel settore del tessile e della plastica per sviluppare azioni di economia circolare

La Regione Lombardia ha pubblicato un bando rivolto alle piccole e medie imprese del territorio volto a incentivare lo sviluppo di azioni di economia circolare per conseguire la riduzione ed una migliore gestione dei rifiuti delle filiere delle plastiche e del tessile.

Sono ammissibili interventi associati a tutte le fasi del ciclo di vita delle filiere della plastica e del tessile (approvvigionamento, design, produzione, distribuzione, utilizzo, raccolta, fine vita):

  • valorizzazione come materia dei residui di produzione, anche in un’ottica di simbiosi industriale e introduzione nel ciclo produttivo di sottoprodotti;
  • azioni di riutilizzo di imballaggi a fine vita, anche grazie alla realizzazione di sistemi di vuoto a rendere;
  • azioni per il riutilizzo di prodotti o l’allungamento di ciclo di vita;
  • modifiche alle linee produttive al fine di realizzare prodotti/imballaggi con un minor uso di materie prime;
  • modifiche alle linee produttive per la riduzione o l’utilizzo dei propri scarti/sfridi di lavorazione;
  • modifiche alle linee produttive per l’introduzione di materiali da “end of waste”;
  • modifiche alle linee produttive a seguito di riprogettazione del prodotto ai fini di un miglioramento del fine vita dello stesso (maggiore durata e riciclabilità) anche attraverso l’utilizzo di materiali alternativi;
  • progetti innovativi, con caratteristiche di trasferibilità e scalabilità, relativi a raccolte di rifiuti dedicate a frazioni omogenee ai fini dell’ottimizzazione dei processi di preparazione per il riutilizzo o riciclaggio;
  • progetti innovativi, con caratteristiche di trasferibilità e scalabilità, relativi a processi di preparazione per il riutilizzo o riciclaggio di rifiuti plastici, di rifiuti in bioplastica compostabile e di rifiuti tessili.

Il contributo è a fondo perduto e sarà concesso ed erogato fino al 50% delle spese ammissibili e fino ad un importo massimo di € 300.000 per ogni singola PMI.

La percentuale di finanziamento potrà essere incrementata al 60% nel caso di progetti di particolare successo, che dimostrino il superamento, nella misura minima del 30%, dei risultati attesi attraverso un anno di misurazione effettiva ex-post degli effetti prodotti dall’intervento finanziato in termini di:

  • riduzione della produzione di rifiuti
  • minor utilizzo di materie prime
  • utilizzo di sottoprodotti o prodotti da “end of waste” in sostituzione di risorse/materie prime
  • incremento di rifiuti riciclati o avviati a riciclo.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

Transizione 5.0 – Varato il nuovo piano. Tutti i dettagli

Il Consiglio dei Ministri ha varato il nuovo piano Transizione 5.0. La norma si applica per gli investimenti del 2024 e 2025 ma per avere la piena operatività sarà necessario attendere un importante decreto attuativo da pubblicare entro 30 giorni.

Per accedere all’incentivo è necessario:

  • Effettuare un investimento in almeno uno dei beni strumentali materiali e immateriali previsti agli allegati A e B del piano Transizione 4.0. Anche in questo caso si prevede che i beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.
  • Questi beni devono essere inseriti in un progetto di innovazione che consenta di ottenere una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale oppure ad almeno il 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento.

L’allegato B, quello dedicato ai software, viene ampliato, prevedendo l’ammissibilità agli incentivi anche per:

  • software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
  • i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a).

La norma prevede, inoltre, un credito di imposta per sistemi di autoproduzione e autoconsumo di energia e formazione.

Nel primo caso, queste spese possono essere inserite solamente in un progetto di innovazione che prevede l’acquisto di beni strumentali per un valore minimo di 40.000€. Per quanto riguarda i moduli fotovoltaici, è prevista una maggiorazione rispettivamente del 120% e 140% per quelli a maggiore efficienza previsti dal Decreto Energia.

Per quanto riguarda le spese per la formazione del personale (erogata esclusivamente da soggetti esterni), sono ammesse:

  • se sono finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi;
  • nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali;
  • fino a un massimo di 300 mila euro.

Le aliquote di base del credito d’imposta, laddove l’investimento consegua una riduzione non inferiore al 3% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, una riduzione non inferiore al 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, sono:

  • 35% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 15% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Le aliquote del credito d’imposta, laddove l’investimento consegua una riduzione superiore al 6% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, di riduzione superiore al 10% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento:

  • 40% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Nel caso in cui l’investimento consegua una riduzione superiore al 10% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, di riduzione superiore al 15% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, le aliquote diventano:

  • 45% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 25% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 15% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Il testo della norma spiega che per calcolare la riduzione dei consumi occorre:

  • riproporzionare i conteggi su base annuale;
  • fare riferimento ai consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello in cui si effettuano gli investimenti, al netto delle variazioni dei volumi produttivi e delle condizioni esterne che influiscono sul consumo energetico.

Per accedere all’incentivo bisogna produrre ben 4 documenti:

  • una comunicazione al Ministero delle imprese e del made in Italy ex ante;
  • una certificazione ex ante;
  • una comunicazione al Ministero delle imprese e del made in Italy ex post;
  • una certificazione ex post.

Le certificazioni dovranno essere rilasciate da un tecnico indipendente, a prescindere dall’ammontare dell’investimento ed è possibile per le piccole e medie imprese considerare nel totale anche le spese di certificazione fino ad un massimo di 10.000€.

La fruizione del beneficio sarà in un unica soluzione ma non automatica. E’, infatti, necessario attendere il decreto di concessione da parte del MIMIT e le risorse saranno definite e valorizzate mediante un contatore specifico.

Transizione 5.0 – Il nuovo piano al via nel 2024

Il governo ha reso noto che nel primo trimestre del 2024 sarà emanato il DL Transizione 5.0 da 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-25.

Il nuovo piano sarà complementare al piano 4.0 e finanzierà tre tipi di attività:

  • investimenti in beni strumentali 4.0 inseriti in progetti di efficientamento energetico (3,7 miliardi);
  • sistemi per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili a esclusione delle biomasse (1,89 miliardi);
  • formazione del personale in competenze per la transizione verde (630 milioni).

Il contributo sottoforma di credito di imposta prevedrà almeno tre aliquote che dovranno essere parametrate al risparmio di energia abilitato con obiettivi minimi di riduzione dei consumi energetici del 3% del fabbisogno aziendale o del 5% dei consumi di uno specifico processo (ad esempio la tornitura o l’imballaggio).

Per quanto riguarda gli investimenti in beni strumentali, l’aliquota massima raggiungibile dovrebbe essere fissata al 40% (inclusa la parte già esistente del 20%) con una agevolazione dunque aggiuntiva del 20% e con ulteriori due aliquote inferiori.  Diverso dovrebbe essere il sistema per quanto concerne le linee dedicate all’autoproduzione e autoconsumo e alla formazione per le quali si attende l’emanazione del decreto per conoscere aliquote e caratteristiche degli investimenti.

Una parte del budget messo a disposizione dall’Unione Europea è destinato alla creazione di un portale volto a certificare la riduzione dei consumi mediante una doppia certificazione, una prima di effettuare l’investimento e una a investimento effettuato. Questa prima attività dovrebbe consentire di prenotare l’incentivo. La certificazione ex-post invece dovrebbe essere quella che attesta l’effettivo conseguimento dei risultati previsti e che dà quindi effettivamente titolo alla fruizione dell’incentivo. Maggiori dettagli sulle caratteristiche del soggetto certificatore e i contenuti e modalità della certificazione verranno meglio chiariti con la pubblicazione del Decreto Legge.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

 

 

 

Credito d’Imposta Pubblicità: tutte le novità

Importanti novità sono state introdotte dal Decreto Sostegni Bis sul Credito d’Imposta pubblicità 2021-22. L’incentivo sostiene gli investimenti pubblicitari di tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa o lavoro autonomo effettuati su stampa, radio e televisione nel corso del 2021.

Le novità introdotte riguardano:

  • Calcolo dell’agevolazione sul 50% della spesa sostenuta e non più sull’incremento rispetto all’anno precedente;
  • Estensione alle emittenti televisive e radiofoniche nazionali non partecipate dallo Stato;
  • Apertura di una seconda finestra temporale per la richiesta dal 1 al 31 ottobre 2021 (restano valide le comunicazioni inviate a Marzo);
  • Aumento del budget a 90 milioni per il 2021 e 2022.

Sono ammesse al beneficio esclusivamente le spese per l’acquisto degli spazi pubblicitari sulla stampa periodica, anche online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche regolarmente iscritte al ROC. Non sono ammesse spese accessorie anche se connesse e funzionali.

 

Legge di Bilancio 2021 – Ecco le modifiche al piano Transizione 4.0

Emergono le prime autorevoli indiscrezioni sul nuovo impianto del piano Transizione 4.0 in scadenza al 31 dicembre 2020 e che sarà prorogato, grazie a 25 miliardi messi a disposizione dal Recovery Fund, fino a dicembre 2022, con la possibilità per le agevolazioni sui beni 4.0 di estendersi fino a giugno 2023.

Le novità non riguardano solo l’orizzonte temporale delle misure ma saranno riviste aliquote, tetti e modalità di fruizione del piano 4.0.

Nello specifico, il credito d’imposta per i Beni Strumentali 4.0 (ex iperammortamento) attualmente del 40% per investimenti fino ai 2,5 milioni e del 20% per investimenti fino a 10 milioni, salirà al 50% del beneficio per investimenti fino a 4 milioni e del 30% per investimenti fino a 10 milioni. Inoltre, è prevista l’aggiunta di una nuova aliquota al 10% per investimenti compresi tra i 10 e i 20 milioni. Tale variazione sarebbe, però, valida per il solo 2021 e nel 2022 dovrebbe ritornare ai valori attuali. Particolarmente interessante è la modifica al periodo di fruizione dell’incentivo che scenderebbe a 3 anni dagli attuali 5 anni e partirebbe già dall’anno in cui si verifica l’interconnessione.

Per quanto riguarda i beni immateriali ricompresi nell’allegato B (Software) l’attuale aliquota del 15% passerebbe al 20% con un tetto massimo di investimento fissato a 1 milione e un periodo di compensazione fissato a 1 anno.

Novità importanti riguardano anche il credito d’imposta Ricerca, Sviluppo e Innovazione, misura ampiamente utilizzata dalle aziende e frutto di numerose modifiche nel corso degli anni.

Il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo, attualmente pari al 12% con massimale di 3 milioni, salirebbe al 20% con massimale a 5 milioni.

Il credito d’imposta per le attività di innovazione tecnologica salirebbe invece dall’attuale 6% al 10% con massimale in aumento da 1,5 a 3 milioni.

L’attuale aliquota riservata ai progetti di innovazione volti ad favorire digitalizzazione e sostenibilità, oggi al 10%, verrebbe portata al 15%.

Infine, il credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica, attualmente pari al 6%, sarebbe alzato al 15% con raddoppio del tetto da 1,5 milioni a 3 milioni.

Ci sono, infine, anche novità sul fronte del Credito d’imposta Formazione 4.0. La misura è stata oggetto di forte discussione in quanto scarsamente utilizzata negli anni dalle imprese italiane. Stavolta, il governo sembra aver accolto le richieste provenienti dal mondo imprenditoriale e saranno riviste le spese ammissibili. Attualmente, sono ammissibili in una misura che va dal 30 al 50% a seconda della dimensione aziendale, solamente le spese del costo orario dei dipendenti impiegati nelle attività di formazione. Nel nuovo impianto, la novità riguarderebbe la possibilità di includere le spese dirette quali il costo dei formatori, il noleggio delle aule e delle attrezzature necessarie.

 

Legge di Bilancio 2020 – Tutte le novità riguardanti Industria 4.0

Il Consiglio dei Ministri del 15 ottobre ha approvato il Decreto Fiscale (DL) – Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili – ed il Disegno di Legge della Manovra 2020 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022). I due provvedimenti compongono la manovra finanziaria e trovano la loro traduzione sul piano contabile nel Documento programmatico di bilancio per il 2020, già trasmesso alla Commissione europea.

Per quanto riguarda gli incentivi alle imprese, il governo ha concentrato i propri sforzi sul rafforzamento e la stabilizzazione degli incentivi racchiusi nel piano Industria 4.0, molto apprezzati in questi anni dalle aziende italiane.

Nello specifico, nelle tabelle del documento programmatico trovano riscontro i seguenti provvedimenti:

  • Estensione al triennio del Iperammortamento, con una supervalutazione del 170% degli investimenti in beni nuovi, strumentali, materiali e ad alto contenuto tecnologico, atti a favorire i processi di trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0 e in maniera sostenibile ed ecocompatibile;
  • Estensione al triennio del Superammortamento, con una supervalutazione del 130% degli investimenti in beni strumentali nuovi. Per chi beneficia dell’Iperammortamento possibilità di fruire anche di una supervalutazione del 140% per gli investimenti in beni strumentali immateriali (software e sistemi IT);
  • Rifinanziamento del Fondo centrale per le PMI per il prossimo triennio, per sostenere l’accesso al credito delle PMI, incluse le startup innovative e le imprese che acquistano beni strumentali ad uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali (secondo la “Nuova Sabatini”);
  • Proroga del credito di imposta per spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di Formazione 4.0;
  • Rifinanziamento delle agevolazioni cd. “Nuova Sabatini”;
  • Proroga al 2020 del credito di imposta per le imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno, a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione
  • Proroga al 2020 del credito di imposta per le imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nelle zone terremotate centro Italia.

Nella sezione relativa alle Raccomandazioni specifiche per il Paese trova spazio il preannunciato Green New Deal. Saranno istituiti due fondi mirati a incentivare il rinnovo delle produzioni e degli impianti in uso, l’efficientamento e la riconversione dei processi produttivi e la transizione verso la Quarta rivoluzione industriale (digitalizzazione e intelligenza artificiale).

Vengono, inoltre, menzionati il Voucher per i manager dell’innovazione e, soprattutto, il Credito D’imposta R&S. In particolare, si ipotizza una proroga fino al 2023, attraverso l’introduzione di una nuova media di riferimento per calcolare l’incremento agevolabile.

 

New Consult riassume in breve i 5 criteri da rispettare per beneficiare del credito d’imposta Ricerca&Sviluppo

Uno degli strumenti più utilizzati dalla finanza agevolata è il credito d’imposta in R&S, sfruttabile dalle imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo nel proprio settore di riferimento. Si tratta di un incentivo automatico ed è tra i più utilizzati, ma bisogna fare attenzione alla verifica dei requisiti di accesso.

Nonostante l’ attività di R&S sia piena di specifiche a seconda dell’ambito in sui si opera, esistono dei criteri standard forniti dal noto “Manuale Frascati” che sono da considerarsi come una bussola di riferimento per le imprese che intendono usufruire di questa agevolazione ministeriale.

In questo articolo New Consult vuole approfondire lo sguardo e fare luce su alcuni aspetti importanti da considerare per comprendere se l’attività svolta ricade nell’ambito della R&S finanziabile.

 

La ricerca e lo sviluppo sperimentale (R&S) riguarda tutti i lavori creativi e sistematici intrapresi per aumentare il patrimonio delle conoscenze, comprese quelle relative all’umanità, alla cultura e alla società, e per concepire nuove applicazioni delle conoscenze disponibili.

 

Si evince che le attività di ricerca e sviluppo interessano il raggiungimento di nuovi saperi o scoperte. Generalmente tali attività si concretizzano in progetti, che hanno uno specifico scopo, obiettivi e risultati prefissati. Il “Manuale Frascati” specifica che il termine “ricerca e sviluppo” comprende tre tipi di attività: la ricerca di base, la ricerca applicata e lo sviluppo sperimentale.

 

Ciò che è importante verificare se si ricade nella casistica della R&S finanziabile è se la vostra attività sta rispettando i cosiddetti
5 criteri di identificazione delle attività di R&S.

Vi ricordiamo che tali criteri devono essere soddisfatti contemporaneamente per ciascuna attività di R&S, sia continuativa che occasionale.

Vediamo nello specifico ogni singolo requisito della ricerca che si richiede.

#1 – Nuova

L’attività di ricerca deve puntare alle nuove scoperte.
Fine ultimo dell’attività è il raggiungimento di nuove conoscenze, adattate su diversi contesti. In particolare per le imprese, l’elemento della novità si definisce in base a un confronto con l’insieme delle conoscenze esistenti nel settore di riferimento. La nuova conoscenza, risultato dell’attività di ricerca dell’impresa, interessa sia il prodotto che il processo per la sua realizzazione, in particolare si riferisce all’ottenimento di una maggiore conoscenza da cui ne deriva un miglioramento dell’attività.

 

#2 – Creativa

L’aspetto della creatività, attraverso il contributo di un ricercatore è fondamentale affinché l’attività di ricerca venga definita tale. Non possono essere considerate ricerca quelle azioni che modificano  un processo di routine di prodotti e processi, è necessario che prevalga la componente dell’invenzione e della creatività.

 

#3 – Incerta

L’incertezza del risultati è un criterio chiave e quindi una delle caratteristiche fondamentali di un’attività di ricerca. All’inizio di un progetto di R&S, il tipo di risultato e il costo, così come i tempi di realizzazione, non possono essere determinati con precisione in funzione degli obiettivi.

In particolare, il Manuale Frascati riconosce per la fase di ricerca di base, finalizzata al potenziamento della conoscenza formale, un ampio margine della possibilità di non raggiungere i risultati desiderati.

 

#4 – Sistematica

Fondamentale è pianificare e preventivare l’attività oggetto di ricerca, con le dovute registrazioni sia del processo che dei risultati raggiunti. E’ necessario, quindi, dichiarare lo scopo del progetto di R&S e le fonti di finanziamento che si prevedono utilizzare per le attività.

 

#5  – Trasferibile e/o riproducibile

Criterio da soddisfare è, inoltre,  la messa a disposizione delle conoscenze raggiunte, assicurarne l’utilizzo e consentire ad altri ricercatori di riprodurne i risultati nell’ambito delle loro attività di ricerca e sviluppo. I dati devono comprendere anche i risultati negativi, nel caso in cui un’ipotesi iniziale non sia stata confermata o un prodotto non possa essere sviluppato come previsto. Nell’ambito commerciale, chiaramente i risultati raggiunti saranno protetti da segretezza o dalla proprietà intellettuale, ma si prevede che il processo e i risultati raggiunti siano comunque resi noti al settore di riferimento.

New Consult è consulente specializzato: mettiamo la nostra vasta esperienza a disposizione delle imprese che hanno intrapreso o vogliono intraprendere un percorso di ricerca ed attivare le agevolazioni ad esse riservate, affiancandole nella verifica e nel raggiungimento dei requisiti richiesti.

 

Rimani aggiornato su tutte le novità del mondo della finanza agevolata e iscriviti alla nostra Newsletter!

 

New Consult vi spiega il credito d’imposta per la formazione 4.0

Come fruire del credito d’imposta per le spese del personale per la formazione e quali sono le condizioni per la sua applicazione

 

Una delle interessanti novità degli emendamenti della Legge di Bilancio 2019 vi è la fruizione del credito d’ imposta finalizzata all’acquisizione o al consolidamento delle conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0.

L’obiettivo è quello di incoraggiare le imprese a investire nella formazione del personale nelle materie aventi a oggetto le tecnologie rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale.

Innovare significa anche dedicare risorse e tempo all’aggiornamento del proprio personale in linea con le emergenti esigenze e novità tecnologiche presenti sui propri mercati di riferimento.

New Consult vi segnala che esistono misure di finanza agevolata che mettono a disposizione degli imprenditori agevolazioni finanziarie e contributi finalizzati alla formazione aziendale.

 

Vediamo nel dettaglio cosa prevede la misura!

Benefici

  • Credito d’imposta del 40% delle spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione ammissibili, limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione, sostenute nel periodo d’imposta agevolabile e nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario
  • Sono ammissibili al credito d’imposta anche le eventuali spese relative al personale dipendente ordinariamente occupato in uno degli ambiti aziendali individuati nell’allegato A della legge n. 205 del 2017 e che partecipi in veste di docente o tutor alle attività di formazione ammissibili, nel limite del 30% della retribuzione complessiva annua spettante al dipendente.
  • La misura è applicabile alle spese in formazione sostenute nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2017.

A chi si rivolge

  • Imprese residenti nel territorio dello Stato Italiano
  • Enti non commerciali residenti svolgenti attività commerciali rilevanti ai fini del reddito d’impresa.
  • Imprese residenti all’estero con stabili organizzazioni sul territorio italiano

Come fare domanda

Si accede in maniera in fase di redazione del bilancio, con successiva compensazione mediante presentazione del modello F24 in via telematica all’Agenzia delle Entrate.
Rendicontazione contabile certificata.
Obbligo di conservazione di una relazione che illustri le modalità organizzative e i contenuti delle attività di formazione svolte.

 

New Consult è il vostro partner ideale, per la preparazione della pratica e per la ricerca di finanziamenti e agevolazioni per i vostri investimenti.

Non aspettare, guadagna tempo e contattaci
per parlarci del tuo business!

Breve guida di New Consult sul Bonus Ricerca e Sviluppo 2019

Obiettivo del credito d’imposta R&S è quello di stimolare la spesa privata delle imprese italiane in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti e favorire la competitività futura. In questa breve guida di New Consult, vi spieghiamo cos’è il credito d’imposta R&S, quali sono i requisiti, quindi a chi spetta e come accedervi.

Che cos’è e come funziona

Il Credito di imposta Ricerca e Sviluppo consiste in un’agevolazione a cui si ha diritto a fronte di investimenti effettuati in ambito di ricerca e sviluppo.

La legge di stabilità permette di far rientrare nel credito di imposta i seguenti costi:

  • Ricerca fondamentale per la messa a punto di nuove strategie o prodotti o sistemi;
  • Ricerca Industriale (quindi da operare all’interno di imprese che attuano processi industriali);
  • Sviluppo di tipo sperimentale o teorico;
  • Per personale specializzato e altamente formato (stipendi e salari lordi), il bonus quindi spetta se il personale possiede una laurea magistrale o un dottorato di ricerca oppure è iscritto a un dottorato di ricerca presso ateneo;
  • Personale senza titolo di studio specifico, ma che comunque presta la sua opera all’interno del progetto di innovazione (quindi anche il personale tecnico e quello generico);
  • Contratti con università del territorio ma anche interregionali, enti che si occupano di effettuare indagini e ricerche, consulenze, laboratori;
  • Brevetti, spese sostenute per brevetti;
  • Produzione e collaudo di nuovi prodotto o processi;
  • Contratti con imprese di qualsiasi tipo, anche start up, che si occupano di ricerca e sviluppo, per consulenza o ricerca;
  • Quote di ammortamento in dispositivi e strumenti di laboratorio. In questo caso però, per rientrare nel bonus il costo unitario dell’attrezzatura deve essere di almeno 2.000 euro. Dispositivi e attrezzature devono essere comprate dall’azienda o acquisite in leasing (in questo caso da’ diritto al credito di imposta anche il canone di affitto nel limite dell’importo deducibile). Se il leasing non è finanziario, allora si considera il costo storico indicato nel contratto;
  • Costi sostenuti per la certificazione contabile (compenso erogato al revisore contabile). Tali costi danno diritto a credito di imposta solo fino a 5.000 euro di spesa.
  • Dall’esercizio 2019 sono ammissibili anche spese di materiali, forniture e altri prodotti analoghi direttamente impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilotaNon rientrano nel credito di imposta le modifiche ordinarie su prodotti, cicli di produzione, processi.

A chi si rivolge

  • Tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (imprese, enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa), indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano
  • Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgono attività di Ricerca e Sviluppo in proprio o commissionano attività di Ricerca e Sviluppo
  • Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgo

Come si accede

Il bonus è fruibile a far data successiva alla Certificazione dei Costi tramite Mod. F24 con compensazione orizzontale delle imposte da versare. Il credito va poi registrato in fase di dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate, nel quadro RU del modello Unico, e tutta la documentazione richiesta dalla normativa va conservata agli atti.

New Consult è a disposizione per consulenze e supporto alla predisposizione di tutta la documentazione richiesta dalla normativa.

Siamo specializzati in finanza agevolata su scala nazionale ed europea, leggi il nostro articolo per un approfondimento sui servizi di New Consult.

Affidati alla nostra esperienza e contattaci per conoscerci!

Regione Veneto – Contributi a fondo perduto per le imprese femminili

La Regione Veneto concede contributi a fondo perduto per le imprese femminili, attive sul territorio regionale.

Sono ammesse alle agevolazioni le micro, piccole e medie imprese (PMI) dei settori dell’artigianato, dell’industria, del commercio e dei servizi che rientrano in una delle seguenti tipologie:
i) imprese individuali di cui sono titolari donne residenti nel Veneto da almeno due anni;
ii) società anche di tipo cooperativo i cui soci e organi di amministrazione sono costituiti per almeno due terzi da donne residenti nel Veneto da almeno due anni e nelle quali il capitale sociale è per almeno il cinquantuno per cento di proprietà di donne.

Sono ammissibili i progetti di supporto all’avvio, insediamento e sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali e i progetti di rinnovo e ampliamento dell’attività esistente.
Sono ammissibili le spese relative all’acquisto di beni materiali e immateriali e servizi rientranti nelle seguenti categorie:
a) macchinari, impianti produttivi, hardware, attrezzature nuovi di fabbrica;
b) arredi nuovi di fabbrica;
c) negozi mobili;
d) mezzi di trasporto ad uso interno o esterno, a esclusivo uso aziendale, con l’esclusione delle autovetture;
e) impianti tecnici di servizio agli impianti produttivi;
f) programmi informatici.

Il contributo concesso è a fondo perduto e copre fino al 30% delle spese ritenute ammissibili.

Le imprese possono ottenere fino a 51.000€ di contributo che corrisponde ad una spesa pari a 170.000€.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.